La matita della fotografia: la luce

Il termine “fotografia” deriva dal francese photographie, composizione di -foto(luce) e -grafia (scrittura), ovvero scrittura di luce. Fondamentalmente l’arte della fotografia nasce dallo sviluppo della camera oscura con lo studio delle sostanze fotosensibili. Ma per capire bene come funziona questa particolare arte dobbiamo partire dalle basi.

Che cosa è la luce?
Non è molto semplice dare una definizione esaustiva del concetto di luce. Sappiamo con certezza che si tratta di un qualche cosa che si muove e che ha la sua velocità. Dal punto di vista fisico la luce è una radiazione elettromagnetica: è un’onda che si propaga nello spazio ad altissima velocità pari a circa 300.000 chilometri al secondo. Il termine luce (dal latino lux) si riferisce allo spettro elettromagnetico visibile dall’occhio umano. Questa porzione è compresa tra le lunghezze d’onda di circa 400 e 780 nanometri. Questo intervallo  di  lunghezze d’onda costituisce una porzione  piccola dell’intero spettro delle onde elettromagnetiche. Alla lunghezza d’onda minore corrisponde la gamma cromatica del blu-violetto, a quella maggiore corrisponde invece la gamma dei rossi. I colori visibili all’occhio umano sono ben distinguibili nell’arcobaleno e sono:

Violetto          410 nm

Blu                  470 nm

Verde              520 nm

Giallo              580 nm

Arancione       600 nm

Rosso              650 nm

Sommando tutte le varie lunghezze d’onda otteniamo una luce bianca.

 

“La luce può fare tutto. Le ombre lavorano per me. Io faccio le ombre. Io faccio la luce. Io posso creare tutto con la mia macchina fotografica.”

Man Ray